La Stella del Cielo

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    Solo un folle potrebbe accettare di svolgere il mestiere di minatore.
    Il bacio del sole, il calore sulla pelle, la brezza del vento del crepuscolo che intorpidisce le membra; quasi del tutto dimenticato.
    Ciò con cui si impara a convivere, parecchi metri sotto terra, è la costante paura che si attanaglia alle budella. Artigli che scavano in profondità, mozzando il respiro ogni qual volta si sente il leggero scricchiolare del legno che combatte la sua eterna battaglia per sostenere la volta di una galleria. E' una battaglia persa in partenza, poichè prima o poi si dovrà piegare alla pressione di migliaia di metri cubici di terra compressa. Nel bel mezzo di questa tregua, sta il minatore, il cui unico compagno è un piccone dalla punta leggermente smussata, il manico perfettamente levigato da anni e anni di sfiancante utilizzo. Cammina per dedali bui, accompagnato da una lanterna ad olio che gli mostra la via, il viso sporco di polvere e sudore, i sensi tesi a cogliere ogni minimo segnale di pericolo.
    Ha gli occhi sgranati, perchè, dopo tanti anni passati a strisciare da un buco all'altro, gli scricchiolii sono penetrati nella sua testa, ed ora affollano sia le ore di veglia che quelle di sonno. Non ha alcuna utilità accorgersi di un crollo.
    Se non macchiare la tua morte con il piscio oltre che con il sangue.
    Ne è consapevole, così come sa che l'ultimo briciolo di lucidità che gli resta lo rende ancora più folle.
    Un altro scricchiolio.
    Sobbalza, facendo scattare il collo ovunque, aspettandosi di vedere piloni tranciati a metà, ed un enorme bocca di ghiaia e pietra che si precipita su di lui per divorarlo. Ci spera, per un istante, prima di tornare sui suoi passi con un sospiro stanco.

    « E' solo nella tua testa Joe. E' solo nella tua testa. Nella tua testa. »
    Lentamente risollevava il piccone, a riprendere a battere sulle rocce con lenta efficacia.
    Erano ormai gli stessi suoni da una decina d'anni. Le stesse paure, le stesse frasi che ripeteva nel buio solo a se stesso.

    P A R A N O I A

    mFXjU81



    « Osteh, riemphimelo di nuovoh... »
    Disse un vecchio con lo sguardo appannato dall'alchol, che sventolava il suo bicchiere tracciando come un'arco, cercando di attirare l'attenzione del locandiere, che d'altro canto lo guardò inarcando un sopracciglio in segno di stizza. Nessuno in quella bettola aveva mai dato troppa confidenza a quel tipo, che ogni sera si presentava vestito dei suoi stracci sporchi di carbone, mendicando una bevuta in cambio di una storia. Non era chiaro cosa facesse durante il giorno, ma preciso come un orologio si presentava sull'uscio con quel suo sguardo spento, il sorriso sdentato e i pochi capelli arruffati e sporchi.
    Quella precisa notte, però, in locanda c'era un tipo ben distinto che cercava un pasto caldo e un letto comodo in cui dormire, evidentemente curioso e desideroso di ascoltare qualcosa.
    Una bottiglia di vino scadente gli sciolse la lingua, e il vecchio prese a raccontare, mentre i fumi della bevanda gli intorpidivano i sensi.

    « Ero un minatore un tempo, questi sono gli stracci che indossavo mentre scavavo, sai?! » Il tono allegro scomparve per lasciare il posto a uno più nostalgico, e al tempo stesso l'allegria sembrava come evaporata dal suo sguardo, che lentamente andava rabbuiandosi. Come se qualcosa avesse spento la luce dietro i suoi occhi. « Comunque, parecchi anni fa fui assunto, assieme a molti altri, per conto di un signorotto che aveva scoperto che le sue terre brulicavano di metalli e gemme preziose. »
    Si prese una pausa, portando nuovamente la coppa alle labbra e vuotandola in una sola sorsata. Si asciugò la bocca con il dorso della mano prima di riprendere.

    « Tutto sembrava andare alla grande all'inizio, ma presto capimmo che era stato fatto tutto troppo di fretta. Sai, le gallerie non erano state scavate bene, gli stessi piloni erano stati ammucchiati senza uno schema, per il semplice fatto che il proprietario voleva che portassimo alla luce ricchezze il prima possibile. Dannato idiota... ma in fondo era la nostra pelle. No?! »

    Prese a rigirarsi il bicchiere tra le mani, cadendo in un silenzio quasi imbarazzante, mentre i ricordi gli affioravano alla mente. Fantasmi di persone che non sapeva che fine avessero fatto. La bottiglia era rimasta piena per un terzo.

    « Comunque, appena prima che iniziassero i crolli, abbattemmo una parete di roccia e ci trovammo in una grotta naturale perfettamente illuminata. Feci appena in tempo a posare questi occhi sul diamante più grosso che sia mai stato estratto, prima che uno dei piloni principali crollasse e seppellisse completamente l'ala est assieme a tutta la squadra che lavorava li. Ricordo solo che iniziai a correre, calpestando i corpi di quelli che erano caduti o trascinati a terra dagli altri che correvano verso l'uscita. Dovevamo sembrare delle cazzo di formiche impazzite, HAR HAR HAR. »

    Si alzò dal tavolo a cui si erano seduti, prese la bottiglia per il collo, e lasciò un foglio incartapecorito dietro di se. Prima di dirigersi verso l'uscita aggiunse.

    « Quella è la mappa che porta alla miniera di Ferroscuro. Se ti va di rischiare il collo per qualcosa, quella gemma vale da sola il prezzo della tua vita. Oh, semmai dovessi riuscirci fatti una bevuta per il vecchio Mathias, ragazzo. »

    Uscì facendo la pantomima di un inchino, cadendo col culo a terra tra le risate generali, a cui presto seguì la sua.
    Dopodichè sparì.

    mFXjU81

    La vita di un marine talvolta può essere noiosa. Specie se si tratta di un soldato semplice.
    Molte reclute abbandonano l'addestramento perchè troppo sfiancante per il fisico e la mente, ma nessuno fa mai riferimento a ciò che bisogna sopportare. La frustrazione e le umiliazioni dovute all'assegnazione di compiti ingrati genera una rabbia repressa che sfocia in una potenza esplosiva. E' questo il segreto dell'arruolamento del forze del governo, probabilmente.
    Quelli abbastanza forti da superare il rigore morale e le frustate, vengono allevati come cani da combattimento, affinchè dopo l'eventuale promozione ricordino l'inferno per cui sono passati, e lo facciano rivivere ai nuovi arrivati.
    Un circolo vizioso difficile da spezzare, ma la giustizia aveva un braccio violento da sorreggere.
    Qualcuno avrebbe potuto addirittura chiamarla responsabilità.

    Kagami Taiga era l'ennesimo prodotto di quel vivaio corrotto dalla violenza, eppure il suo frutto era ancora troppo acerbo per pensare che fosse già stato rovinato; il compito che gli avevano affidato tuttavia era un perfetto esempio di quanto affermato.
    Gli ordini erano sigillati all'interno di una busta che recava il marchio incrociato del Governo Mondiale, e dovevano essere consegnati ad un sottotenente di stanza a Iwa, che con il suo manipolo di uomini era in missione diplomatica per negoziare con le autorità del villaggio riguardo la consegna di alcuni prigionieri.
    L'ufficiale glieli aveva consegnati con un sorriso di sdegno.

    « Che cos'è quella faccia contrariata, ragazzo?! » Si sentiva l'odore di merda a un miglio di distanza. Era una provocazione bella e buona. « Pensi che i tuoi talenti siano sprecati come messaggero? »
    Si alzò dalla scrivania con fare minaccioso, dondolando la pancia che veniva a malapena coperta da un'uniforme di una taglia più grande; gran bel trucco. Ma le mostrine sulle sue spalle non ammettevano repliche.

    « La Marina ha bisogno di qualcuno che porti a termini anche incarichi di questo genere, e il tuo dossier dice che provieni proprio da quella terra merdosa. Cosa fai ancora quì allora?! Fila via prima che ti faccia arrestare per insubordinazione! »
    Tuonò, mentre il collo gli si arrossava e spruzzava saliva per la foga.
    Due minuti dopo era di nuovo solo, i piedi poggiati sul tavolo, la sedie che scricchiolava pericolosamente sotto il suo peso, e le braccia incrociate dietro la testa.
    Kagami poteva sentire le risate di scherno che lo rincorrevano per il corridoio della base mentre lasciava l'ufficio del suo superiore.

    0VoGUui

    Passeggiava per quella landa desolata che un tempo era stata la sua terra, prima di preferirvi il mare e tutto ciò che comportava una scelta del genere. Com'era arrivato a quella decisione?!
    Stava raccogliendo i pensieri, quando ecco sbucare oltre il crinale la figura minuta di un bimbo, completamente sporco di polvere e lacrime. Aveva gli occhi completamente chiusi da quella mistura, e tra un singhiozzo e l'altro rovinò addosso al marine, finendo malamente a terra. A quel punto aprì gli occhi, e fu forse la vista della divisa o magari la figura di un "adulto" che lo spinse in un pianto diritto e liberatorio a cui seguirono poche parole farfugliate.

    « La prego signore mi aiuti! E' per Roland! E' caduto nella vecchia miniera mentre stavamo giocando e posso solo sentirlo urlare. La prego!! »
    Urlò quasi le ultime parole, aggrappandosi ai pantaloni del soldato quasi come se fosse la sua mamma.


    Primo giro di post abbastanza semplice. Avete delle situazioni e voglio che facciate emergere psicologia e descrizioni. Gorth descrivi il viaggio verso la miniera e l'interazione col vecchio. Clash da te voglio una reazione genuina del pg e che ti cali nella situazione.
    Avete 5 giorni per postare, il termine ultimo è giovedì 19 settembre alle ore 16.00.
    Ah si, benvenuti alla quest! :D
     
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    *Da tempo il giovane monaco vedeva trascinarsi per strada quello strano vecchio.
    Era più simile ad uno spettro che ad un uomo, legato alla vita ed alla terra da ricordi pesanti come catene.
    Cianciava su ricchezze e morte, spesso attirando attenzioni pericolose che tuttavia scemavano, considerando probabilmente quelle dicerie delle fantasie suggerite dal vino.

    Quella sera no.

    Due individui, alti circa un metro e novanta, iniziarono a pedinare il pazzo, ad una certa distanza.
    Qualcosa di luccicante apparve nelle loro mani... luccicante ed acuminato.

    Il monaco si alzò, attirando la loro attenzione.*

    Salute a voi, non credete che sia sconveniente per delle brave persone portare armi come quelle?

    *Questo bastò per permettere al vecchio - ignaro di tutto - di percorrere gli ultimi metri ed entrare in locanda, al sicuro.*

    Maledetto monaco, fatti gli affari tuoi se non vuoi andare ad incontrare i tuoi fottuti dei prima del tempo.

    *Sibilò uno dei due, il più grosso e probabilmente l'unico che sapeva parlare in modo corretto.*

    Che parole sconvenienti, hanno l'odore del letame. Dopotutto, come potrebbe essere altrimenti dato il luogo da cui provengono?

    *Il monaco accennò un sorriso malizioso, mentre i due presero immediatamente a correre verso di lui.
    Erano più alti e più pesanti, i loro colpi erano sicuramente più potenti.
    Iniziò con l'evitare i primi assalti a mani nude per saggiarne la tecnica.*

    Patetici…

    *Come il vento il ragazzo si muoveva tra i pugni e gli affondi di kunai dei due malviventi.
    Non avevano alcuna speranza, non sapevano chi avevano veramente innanzi a loro.
    Nagara era stato addestrato fin da piccolo nell'arte del combattimento e dell'omicidio, ogni suo colpo era studiato per eliminare o incapacitare l'avversario con il minor spreco di risorse.

    Così fece.

    Due rapidi colpi alla base del collo di entrambi e alla bocca dello stomaco bastarono per metterli fuori combattimento e regalargli lunghe ore di sonno.

    Non voleva ucciderli, la copertura gli serviva ancora.
    Era nel Paese della Terra per cercare indizi sulle favoleggiate tecniche Doton capaci di rianimare i morti e quella del monaco era l'identità che otteneva più successo nel carpire informazioni.
    Non lasciò lividi ed il loro puzzo avrebbe fatto pensare a due ubriachi.
    Una volta svegli non avrebbero osato dire a nessuno di essere stati abbattuti con tanta facilità da un monaco.

    Doveva agire, il vecchio aveva iniziato ad attirare l'attenzione.

    Entrò in locanda, con fare mite ed impacciato, chiedendo una camera per la notte ed un pasto caldo.
    La sua recitazione risultò così convincente che il locandiere si offrì di non fargli pagare nulla visto che si trattava di un monaco.
    Nagara declinò l'offerta e disse di usare i suoi soldi per i poveri.

    Dietro di lui il vecchio iniziò a dare spettacolo, nella consueta indifferenza.
    Il monaco si avvicinò, invitandolo inutilmente alla calma.
    Bastò offrirgli del vino da quattro soldi per ottenere la sua attenzione e le sue informazioni.

    Il disgusto che Nagara provava per buona parte degli esseri umani montò violentemente dentro di lui ascoltando i particolari del racconto, mentre il suo viso celava il tutto con un'espressione sorpresa ed impressionata.
    Gli uomini erano così orridamente legati a inutili pezzi di terra da risultare ridicoli. Tuttavia il pescatore non si lamenta del fatto che siano necessari i vermi per catturare l'interesse dei pesci, così lui non si lamentava troppo del fatto di dover accumulare ricchezze per ottenere ciò che voleva dagli uomini.

    Una pergamena accartocciata fu il premio per aver ascoltato quel vecchio, che tornò per strada, ancora avvolto dalle pesanti catene dei suoi ricordi.

    Il monaco prese il foglio, lo mise con cura in una borsa che portava al collo, e si diresse nel suo alloggio portando con se il cibo.
    Alcuni commensali iniziarono a fissarlo, come prima fissavano il vecchio.
    Ora i suoi racconti parevano aver un fondo di verità e quel foglio poteva essere la mappa per i fantastici tesori di cui andava cianciando.

    Una volta in camera Nagara chiuse la porta, sbarrandola con una sedia.
    Mangiò in fretta lasciando ciò che poteva essere conservato per il viaggio, diede una rapida occhiata alla mappa e, assicuratosi che non vi fosse nessuno che potesse vederlo, uscì dalla finestra della locanda, svanendo nella notte.

    Quel villaggio non avrebbe più visto il giovane monaco.

    ***


    Ora Nagara indossava i suoi consueti abiti, lunghe vesti nere comode sia al viaggio che al combattimento.
    Le spalle erano coperte da un mantello dello stesso colore ed un cappuccio celava il suo viso.
    Erano giorni che camminava, per quell'ammasso roccioso che era il Paese della Terra.
    L'unico aspetto positivo era il fatto di non dover ragionare su vie secondarie o modi per non farsi vedere, visto la mancanza di alberi e vegetazione.
    Qualche spuntone di roccia qua e là, delle vie poco battute e dei canyon, furono gli unici ausilii tattici che utilizzò.

    L'ultimo tratto fu il più difficile.
    Nessun sentiero, rocce ovunque, terreni franati.
    Dovevano essere anni che nessuno passava di lì, almeno non in flussi sostenuti e continui.
    Forse la gente del luogo voleva dimenticare la storia di quella miniera.

    Finalmente innanzi a lui vide la vallata artificiale e le buche che si perdevano nell'abisso.
    Qui prese a fare più attenzione, camminando in cerchio attorno all'area, usando qualsiasi nascondiglio naturale disponibile.
    Sebbene gli indizi suggerissero altrimenti, preferiva perder tempo esagerando in prudenza che perdere energie nel resistere ad eventuali agguati.*





    Ho introdotto dando l'idea del motivo per il quale mi trovavo in zona.
    Sono stato un po' più stringano nella descrizione dell'arrivo in miniera non volendo esagerare con particolari.



     
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    La stella del cielo


    En. Gialla Arte dell'Esplosione | Slot Potere Base: ///
    Quest

    Narrato. | « Parlato. » | "Pensato."

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    1st Chapter

    Mattino

    Rosso come il sangue, era rosso come il sangue. Il sole sin dalle più antiche civiltà veniva ritenuto una divintà, un qualcosa di superiore e mistico che dall'alto osservava con estrema tranquillità la veemenza con la quale la vita scorreva secondo dopo secondo sul pianeta al quale faceva da stella. Partiva tutto da quell'enorme palla di fuoco sin dall'effimero attimo in cui squarciava il cielo del primo mattino con la sua prepotente luce bianca, così prepotente da catturare l'attenzione degli animali che le dedicano un canto e dei fiori che non tardano a girarsi verso essa. L'alba arrivò silenziosa senza farsi attendere, dando nuovamente vita a tutto quello che aveva smesso di muoversi un tramonto prima. L'aria però era diversa, leggera, accompagnata da un fresco quanto inusuale venticello che permetteva un divertente dondolare alle canne di bambù che risiedevano tutt'intorno al laghetto d'innanzi alla casa della TIGRE. Il materasso torno a riprendere la sua originaria formo non appena Kagami si sollevò in piedi, i raggi dell'alba che invadevano la casa entrando dalla finestra semi aperta oramai erano più efficaci di qualsiasi sveglia artificiale. L'essersi dovuto svegliare così presto quella mattina era frutto di una convocazione alla base da parte dell'ufficiale a capo di quell'area, ultimamente la Marina Militare stava estendendo il suo controllo sui mari tramite la nascita di nuove basi sparse per tutte le nazioni e il ragazzo era stato spedito a rinforzare quella base da poco nata. Era la prima volta che veniva convocato direttamente da un ufficiale, la cosa puzzava.. Se il tuo senso ti manda segnali fidati di lui, ringrazialo, perchè ha già capito tutto prima di te.. Qualcosa sarebbe accaduto di lì a poco. Pochi passi sgraziati bastarono per arrivare alla porta del bagno che, per un secondo, fece da appoggio alle braccia del ragazzo che era in preda ad uno di quei tipici giramenti di testa che ti colpiscono quando ti alzi troppo velocemente dalla posizione stesa. Pochi minuti per sciacquarsi di dosso quel peso attanagliante del sonno alla mattina e poi via.

    ...

    La base a cui era stato assegnato era situata a poche miglia dalla casa in cui risiedeva ormai stabilmente il novello marine, il tragitto era facilmente percorribile a piedi in una mezzoretta scarsa, senza troppa fretta e in preda a diversi pensieri Kagami si incamminò per la base costeggiando il piccolo torrente che divideva un'arida zona di terra screpolata, uno scenario insolito ma che rendeva più piacevole la vista. La camminata, come pronosticato, rubò alla giornata del marine solo una mezzoretta, non più. Quando arrivò provò uno strano senso di nostalgia, vide i diversi plotoni di novellini affrontare le classiche routine di corsa, esercizi e combattimento che spettavano a tutti quelli che ambivano un posto nell'organizzazione, un sacco di ricordi gli frullarono per la testa, ma dovette scacciarli velocemente siccome un compito lo stava aspettando. Un'enorme scalinata faceva da preambolo ad un nero portone sopraelevato con inciso sopra il simbolo della Marina Militare, si diresse per quella via ed entrò dopo essersi identificato ai soldati di guardia.

    "Per essere una base nata da poco non è affatto piccola, tutt'altro.. Spero solo di non dover vagare troppo per incontrare l'ufficiale. Più che una base militare assomiglia ad un palazzo reale."

    Si tolse il mantello ed entrò. Un grande atrio e degli interni seicenteschi conferivano a quella base un'area molto regale e signorile, si potevano contare diverse rampe di scale lungo tutto lo spazio illuminato dalle finestre. Sarebbe stata una caccia al tesoro? Meglio di no forse, Kagami tornò al portone d'entrata e chiese informazioni a riguardo di dove fosse l'ufficio dove era stato convocato. Tornò sui suoi passi non appena gli venne esaustivamente spiegato il percorso da compiere. Fortunatamente doveva imboccare la prima rampa di scale, la più vicina e al portone, lo fece e dopo qualche secondo si trovò in un piccolo corridoio avente su tutta la parete destra delle vetrate che permettevano ai raggi del sole di scaldare l'ambiente indisturbati e regalava anche un suggestivo paesaggio su un cortile interno della base ricco di colorati fiori e sculture ricavate da cespugli. Sul quel piano era presenta una sola porta, quella in cui era diretto Kagami. Si avvicinò e battè per tre volte le nocche dell'indice e del medio sul legno producendo un gradevole e sordo rumore, entrò accompagnato dallo scricchiolìo della porta. Comodamente stravaccato fra una scrivania ed una lussuosa sedia vi era un possente omone dai capelli neri legati dietro la nuca in un codino orrendo, indossava il classico abito bianco della marina, portava la suntuosa e decorata giacca appoggiata sulle spalle a coprire una camicia a quadri rossa, con un gesto fece capire al ragazzo che doveva avvicinarsi. Si sedette su di una di quelle sedie per gli ospiti posizionate di rimpetto alla scrivania e attese i comandi del suo superiore, nessuna parola. L'ufficiale spostò la sedia un filo più in dietro e si piegò verso il primo cassetto, lo aprì e ne tirò fuori una busta sigillata che su di essa riportava la famosa croce, simbolo di riconoscimento del Governo Mondiale. Gliela porse.

    « Che cos'è quella faccia contrariata, ragazzo?! Pensi che i tuoi talenti siano sprecati come messaggero? »

    « Signor no, signore. »


    « La Marina ha bisogno di qualcuno che porti a termini anche incarichi di questo genere, e il tuo dossier dice che provieni proprio da quella terra merdosa. Cosa fai ancora quì allora?! Fila via prima che ti faccia arrestare per insubordinazione! »

    Tolse alla morsa della mano dell'ufficiale la busta da consegnare, non gli era dato a conoscere il contenuto di quel pacchetto, non fece domande e lo infilò nella tasca interna della sua giaccà, dopodichè si alzò dal suo posto, espirò e si diresse verso la porta da cui aveva fatto il suo ingresso poco prima. Si lasciò alle spalle l'ufficio sentendo le risate di quella sgradevole figura rimbombare dietro di lui e con la speranza di non dovervici fare più ritorno. Il suo villaggio distava un paio di giorni di cammino spedito ad ovest, in direzione opposta al fiume che aveva costeggiato quella mattina per arrivare a rapporto alla base. Prese il suo cammino. Cercò di mangiare la strada che lo separava dal suo villagio natìo il più velocemente possibile, dormendo poco e senza fermarsi la notte, gli ci vollero circa due giorno e poco più. Un enorme arco giapponese accoglieva i viandanti ad Iwa, alto circa sei metri perfettamente eretto e dipinto di un dorato che rifletteva con armonia la luce del sole, in quella villaggio la tradizione vuole che chiunqui varchi quell'arco deve toccarlo per buon auspicio, lo fece e passò oltre. Seppur fosse il primo punto del terreno sotto la giurisdizione di Iwa, quell'arcor, era situato ad ancora un paio di kilometri di distanza dalle porte del villaggio che si trovava in mezzo ad un deserto semi roccioso, alte dune di sabbia si alternavano a slanciati crinali che custodivano quell'area da secoli. I passi cominciavano a farsi pesanti, i piedi affondavano nella fine sabbia e la stanchezza si faceva sentire, fortunatamente l'obiettivo era vicino. Vorticosamente cominciò a pensare alle scelte che aveva affrontato da quando era partito da suo villaggio, quella infatti era la prima volta che vi faceva ritorno, era maturato tanto: l'addestramento di selezione della Marina lo aveva temprato e, seppur un novellino, ormai era un soldato a tutti gli effetti. La mancanza degli affetti si faceva sentire, chissà cosa stavano facendo i suoi fratelli e sua madre, purtroppo però non c'era tempo per pensare a queste cose, un compito andava portato a termine. Continuando a camminare d'un tratto si fermò, stropicciò gli occhi credendo di essere preda delle allucinazioni dovute al caldo che giocherellava con la stanchezza accumulata, fu forse la vista di una sagoma umana a condurlo a ciò. A quanto pareva però la figura era reale, e sempre più vicina, si trattava di un bambinetto che stava sbraitando della direzione del marine. Kagami fece qualche passo avanti, molto cauto, senza distogliere lo sguardo da quel vorticoso ammasso di urla e sbraiti. Ormai si trovava a pochi metri e ciò fece si che riuscissero a giungere alle sue orecchie i singhiozzi e le lacrime del bimbo.

    « La prego signore mi aiuti! E' per Roland! E' caduto nella vecchia miniera mentre stavamo giocando e posso solo sentirlo urlare. La prego!! »

    Kagami realizzò ciò che era successo dopo una paio di secondi, la lucidità era ormai caduta preda del caldo afoso, sorseggiò dell'acqua dalla sua borraccia e cercò di staccarsi di dosso il ragazzino che nel frattempo gli si era attaccato alla gamba.

    « Ragazzino staccati, non posso perdere tempo, sono in ritardo per una commissione urgente. »

    Il bambino scoppiò in un fragoroso pianto. Possibile che due ragazzini di quell'età si fossero allontanati dal villaggio così tanto? Purtroppo non poteva lasciarlo li, era piccolo e stava ormai calando il crepuscolo.

    « Va bene, ti aiuterò. Mostrami dove è caduto il tuo amico, facciamo in fretta prima che il sole se ne vada completamente. »


    _ _ _ ________________________ _ _ _

    Note:

    Consumo chakra:

    ///

    Totale: 20/20


    Ferite:

    Nessuna, fatica dovuta al viaggio.

    N.B.

    ///



     
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    Il crepuscolo stava calando rapidamente, e gli ultimi raggi solari gettavano ombre lunghe e cupe, che sembravano quasi voler ghermire l'aria. Non vi era nessun rumore nell'aria, fatta eccezione per il suono di una brezza serale che trasportava con se solo polvere e detriti.
    In quello scenario si muoveva Nagara, che come un avvoltoio volteggiava in circolo attorno all'obiettivo, non per sbranarlo, bensì per trovare un passaggio sicuro che potesse condurlo all'ingresso della miniera. Gli ci vollero un paio di giri per individuare un sentiero roccioso in cui era stati intagliati dei gradoni, forse la testimonianza di un vecchio passaggio che i lavoratori utilizzavano per scendere verso lo scavo, sebbene anni di inattività e di intemperie ne avessero eroso la forma e l'affidabilità. Riuscì, tuttavia, a scendere abbastanza facilmente, ritrovandosi in una specie di vallata, circondato da vecchie casse di legno marcio e picconi arrugginiti. C'erano persino degli edifici, chiaramente abbandonati, che dovevano essere stati un tempo adibiti ad uffici per sbrigare le pratiche burocratiche o utilizzati per segnare ritrovamenti e tracciare i percorsi dei minatori. Tutte le porte erano sbarrate con pesanti assi di legno inchiodate agli infissi, mentre parecchie finestre erano state rotte, magari per gioco, da qualche banda di ragazzini che trovava divertente atti di vandalismo. Non c'era nessuna luce nelle vicinanze, apparte quella solare, tuttavia non era difficile notare l'ingresso alla miniera di Ferroscuro.

    Era come se un'enorme bocca si aprisse dal terreno roccioso, e l'inferriata posta ad ingresso costituisse la dentatura. Rotoli di fino spinato avvolgevano le grate di ferro arruginito, fissate nelle roccia malamente - forse per la fretta di andarsene da quel luogo infausto - e in bella vista troneggiava un cartello di ferro piegato e dondolante su cui c'erano scritte poche parole, illeggibili a causa del tempo, ma il teschio che ghignava al centro di questo era fin troppo eloquente e sembrava come voler sfidare i visitatori ad entrare tra le sue fauci, mostrando quel sorriso canzonatorio.
    Il problema sarebbe stato riuscire a superare quello sbarramento di roccia e ferro.

    mFXjU81



    « Da questa parte, signore... »
    Il ragazzino aveva lanciato quasi uno strillo di gioia quando aveva capito che il soldato l'avrebbe aiutato, e senza perdersi troppo in altre chiacchiere afferrò la sua mano e prese quasi a trascinarlo con se, mentre le ultime lacrime gli bagnavano il viso, e il naso tirava su.
    Camminarono per circa quindici minuti, il bambinetto faceva da ottima guida scegliendo i percorsi più sicuri ed evitando buche e terreni franosi, con la perizia di uno che sembrava conoscere quel posto proprio come le sue tasche; evidentemente quel posto era diventato il suo campo di gioco.
    Non parlarono molto durante la traversata, limitandosi a qualche parola sul percorso intrapreso e facendo le presentazioni.
    Disse di chiamarsi Cuthbert, e poi niente più.

    « Siamo arrivati. Ecco, lo s-s-sente...?! »
    Piccoli singhiozzi provenivano dalla terra, intervallati da gemiti di dolore. Il ragazzino guardava il marine con uno sguardo a metà tra l'impaurito e il sollevato, ma ciononostante non riusciva a nascondere il suo disagio. Era terrorizzato.

    « Si sta facendo buio, e al villaggio saranno tutti preoccupati. La prego aspetti qui, e io vedrò di tornare quanto prima con qualcuno che ci possa aiutare... »
    Disse tutto in un fiato, snocciolando le parole una dietro l'altra prima di allontanarsi per un istante verso l'anfratto in cui era caduto l'altro bambino; appoggiò le ginocchia a terra, e messa la testa in quel buco urlò a pieni polmoni.

    « Tieni duro!! Verremo presto a prenderti. LO PROMETTO! »
    Dopodichè si allontanò con i luccioni agli occhi, correndo a tutta velocità verso il crinale e scomparendo in una manciata di secondi.
    Stava calando la sera, e forse non avrebbero fatto in tempo a ritornare per salvare quella povera anima. La scelta era tutta del cadetto.
    Rischiare o aspettare?!


    Andiamo avanti. Altro post di descrizione da parte mia, ma ora vi spiego.
    Le mie quest non sono mai del tipo vai ad A, uccidi B ecc, ecc. Se volete avere degli spunti di gioco dovete agire e giocare nel vero senso della parola, rischiando anche talvolta ma senza strafare. Chiaro e tondo, se ve ne state fermi non farò succedere un bel nulla, dovessi descrivere lo stesso scenario anche per 15 post.
    Sia chiaro non si tratta di un rimprovero, bensì di un suggerimento. Soliti 5 giorni di tempo, dopodichè rispondo io. Turnazione libera.
     
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    2nd Chapter

    Urgenze

    Malgrado gli fosse stato assegnato un compito certamente non poteva restare con le mani in mano di fronte a quello che gli era stato appena riferito, Kagami infatti aveva deciso di prestare aiuto a quel ragazzino spaventato tenendo conto del fatto che la sua missione prevedeva solamente la consegna di una busta e che, probabilmente, se avesse ritardato di un pò di tempo, nessuno avrebbe comunque avuto da ridire. Si sentì strattonare e notò che il bambinetto, senza farsi troppi scrupoli, gli stava tirando la mano per mostrargli la via verso il luogo. La strada era tracciata da un sentiero che era lì lì per sparire, mangiato dal vento e dalle intemperie che facevano preda quel luogo durante l'anno, non conosceva quella via o perlomeno non se la ricordava, il paesaggio era cambiato dall'ultima volta in cui era stato nel villaggio. Passo dopo passo continuò a seguire il bambino che durante il percorso fece mostra di non essere un tipo molto loquace, scoprì però che il suo nome era Cuthbert ma nulla più, forse era un bene: evitando ogni tipo di informazione, una volta recuperato il suo amico, non avrebbe più dovuto preoccuparsi di ciò che il bambino faceva, era solamente caso essersi trovato lì, sta volta sarebbe andata così. Passarono diversi minuti prima di arrivare a destinazione, il sentiero che aveva imboccato non era più visibile da decine di metri oramai, però un'enorme montagna si stagliava dinnanzi a loro accompagnati dalle urla degli avvoltoi che famelici costeggiavano in aria un perimetro immaginario in attesa di prede su cui fiondarsi. La cima più alta del monte spaccava a metà il luminoso sole alto nel cielo che inondava la valle di raggi bollenti, ogni tanto qualche pietruzza si staccava dalla roccia madre e rotolava giù lasciandosi alle spalle una scia di polvere.

    « Siamo arrivati. Ecco, lo s-s-sente...?! »

    Disse il bambinetto una volta che i due si fermarono d'innanzi alla più bassa delle entrate di questo monte che, a detta del bimbo, era la vecchia miniera, vi erano macerie dappertutto, pezzi di pietra tagliente ed appuntiti erano ammassati l'uno sull'altro, a causa molto probabilmente della frana che aveva permesso lo scivolamento del ragazzino. Kagami focalizzò l'attenzione su i rumori attorno a lui cercando di eliminare il superfluo che poteva impedigrli di sentire il malcapitato che era intrappolato, effettivamente dall'interno si potevano udire dei fievoli rumori, erano molto simili a lamenti e singhiozzi. Senza alcun dubbio si trattava di una persona. Il marine era sondato dallo sguardo del bambino in maniera strana, si intravedeva un misto di paura e gioia dovuti al fatto che se anche esso lo stesse aiutando il suo amico si trovava ancora all'interno della cava. Il sole, già basso, stava scendendo a vista d'occhio e la landa si stava imbrunendo pian piano, bisognava agire in qualche modo. Il ragazzino spiegò che forse era meglio andare a cercare qualcuno che al villaggio avesse potuto dare una mano vista l'ora che ormai si era fatta. Non era una cattiva idea, sicuramente qualcuno conosceva quel posto fra gli abitanti del villaggio e magari era a conoscenza di entrate secondarie o facilitazioni per aiutare il bambino intrappolato. Dopo aver cacciato un urlo verso l'interno si allontanò a passo spedito verso il villaggio senza esitazione alcuna. Chiaramente un altro paio di mani sarebbe stato molto gradito ma dal momento in cui Kagami si trovava li era forse più utile applicarsi per salvare autonomamente il ragazzino in attesa dei rinforzi, che chissà quando sarebbero arrivati. Aveva bisogno di un modo per rimuovere le macerie che si erano posate sull'entrata della miniera: forse non era il caso di utilizzare alcuna tecnica per evitare, oltre l'inutile dispersione di chakra, anche che potesse venire giù un altro pezzo di montagna, visto che pareva alquanto franabile e poco sicura. Optò per un approccio fisico supportato dalla sua abilità innata, sferrò una potente spazzata in direzione del cumulo di macerie e la fece detonare. Si dispersero per la via discendente che venne a mostrarsi sassolini e pezzi di terra compatti, la via era formata dai dei piccoli gradini sottili e scoscesi ricoperti di polvere dal primo fino all'ultimo che il buio permetteva di vedere. Non se ne curò, non aveva mai avuto problemi a vagare nel buio, riusciva a destreggiarsi bene anche negli spazi meno illuminati e decise quindi di scendere quella dozzina di scalini.[1] Scalino dopo scalino l'aria si faceva sempre più fredda, oltre a quelli visibili ne vennero alla luce altri man mano che il marine proseguiva la sua discesa verso quello che probabilmente era il primo piano sotterraneo della miniera, non si sentiva alcun rumore e ciò era abbastanza strano visto che dalle informazioni che aveva laggiù era caduto il ragazzino da salvare. Non c'era luce, evidentemente i cunicoli dove si trovava erano dismessi da diverso tempo, la tesi era supportata anche dal fatto che diversi carrelli, quelli tipicamente utilizzati in miniera, fossero arrugginiti lungo gli inserti in metalli sui lati. Il piano si estendeva lungo un corridoio di cui non si intravedeva il termine, un passo dopo l'altro e sembrava comunque di non arrivare mai, era ormai andato troppo avanti per tornare indietro e doveva spiegarsi il perchè dei versi del bambino che non si sentivano più.

    « Vaffanculo, lo sapevo che sarebbe andata a finire così. »

    Il silenzio del luogo, combinato con il buio, cominciava ad innervosire Kagami che stava per perdere la pazienza, decise di fare qualcosa per far si di non rimanere bloccato laggiù senza sapere dove andare. Appoggio paralleli i palmi delle mani e compose in sequenza dei sigilli, i suoi arti cominciarono a brillare e in un battito di ciglia d'innanzi a lui venne a formarsi un lupo composto esclusivamente da charkra elettrico che schizzò in avanti verso il corridoio illuminando tutt'intorno a se con il suo bagliore, qualcosa lo colpì e l'ammasso di chakra collassò.[2]

    « ... !? »

    Kagami era riuscito a vedere in fondo al corridoio, dopo una ventina di metri le pareti di pietra si sostituivano a lastre di metallo che coprivano tutti e quattro i lati del cunicolo per circa un paio di metri. In fondo al corridoio vi era una porta di metallo. La direzione da prendere era per forza quella, non c'erano altre vie laggiù e si diresse quindi in fondo, verso quel passaggio. La porta era solamente accostata, la spinse, fra un rumore metallico e un scricchilìo si aprì.

    _ _ _ ________________________ _ _ _

    Note:

    Consumo chakra:

    1. Raikiri Wolf (2 pt.)

    Totale: 18/20


    Ferite:

    Nessuna, fatica dovuta al viaggio.

    N.B.

    1. • VISIONE MAGGIORE - Questa abilità permette al suo utilizzatore di avere a disposizione una vista eccelsa. Non ai livelli di un Doujutsu, ma si è in grado di non essere svantaggiati troppo da elementi come coltri di fumo o nebbia, potendo quindi subire meno eventuali handicap dovuti a tali situazioni. Si è anche in grado di mettere a fuoco meglio ciò che è più lontano, soffermandosi su particolari che ad altri normalmente risulterebbero invisibili.



    2. • RAIKIRI WOLF - Modulando l'energia elettrica come meglio si crede, si è in grado di generare un lupo fatto di pura elettricità, che scagliandosi contro il proprio obbiettivo, avrà il compito di esplodere a contatto, o a comando, col chiaro intento di arrecare seri danni all'avversario.




    Edited by Clash² - 10/10/2013, 14:36
     
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    *Fin'ora sembrava esser veramente un luogo dimenticato da uomini e dei.
    Scese con estrema cautela i gradoni divorati dal tempo e ciò che lo accompagnò fu solo il rotolio di piccoli ciottoli ed il frusciare delle sue vesti.

    Giunto al termine del percorso rallentò il passo, sincerandosi nuovamente di non essere seguito.
    Si trovava in una vallata, colma di edifici abbandonati.
    Il luogo ideale per un'imboscata.
    Forse la sua era solo paranoia, ma la paranoia era stata utile e l'aveva salvato varie volte.
    Non si abbandona mai qualcosa di funzionale.

    Qui cosa abbiamo...

    Una ad una esaminò le casse gettate qua e là, trovandovi solo attrezzi arrugginiti o distrutti dal tempo.
    Recuperò il manico di un piccone, quello che gli apparve più resistente, giusto per sicurezza.
    Girò il capo e notò il sigillo grossolano sull'edificio accanto a sé.
    Bastò qualche passo in più per notare la stessa cosa in tutti gli altri.
    Cercò di affacciarsi ad una finestra rotta per vedere il contenuto, senza successo.
    Per quale ragione disturbarsi a sigillare baracche di legno? Soprattutto se, come dicevano le storie, si trattava di un luogo abbandonato probabilmente in fretta e furia.

    Iniziò a pensare, lisciandosi il mento coperto dalle fasce nere della maschera.
    Che nascondessero dei segreti quegli edifici?
    Probabilmente no, erano sì sigillati, ma i vetri erano rotti e qualche ragazzino incosciente avrebbe potuto benissimo entrare.
    Picchiettò con il manico in vari punti della struttura, senza trovare cedimenti o altro.

    Continuando a rimuginare proseguì il cammino, fino a giungere ad una grossa grata di metallo e filo spinato.
    Sorrise tra sé nel vedere il "minaccioso" cartello.

    Per qualcuno questo potrebbe risultare più un invito che una minaccia...

    Si chinò per osservare più da vicino, passando il pezzo di legno ricavato dal piccone sul collegamento del metallo con la roccia.
    Forzarlo voleva dire rischiare di far crollare l'apertura.
    Non sarebbe stato un ostacolo insormontabile, ma perché sprecare energie?

    Studiò per qualche il minuto il da farsi, cercando con lo sguardo eventuali altre aperture.

    Niente.

    Disegnò il segno di un taglio con il bastone passando sul filo spinato.
    Scosse il capo e, alzatoti, si allontanò di un paio di passi.

    Forse poteva cercare di creare un'apertura abbastanza grande da farlo passare, ma non troppo grande da compromettere la struttura della grata.
    Fissò il bastone alla cintura ed allungò la mano destra verso l'esterno, come a cercare di prendere qualcosa di invisibile.

    Il vento accanto al braccio iniziò a fischiare e a vorticare, sollevando polvere e sabbia, fino a creare una lunga spada quasi invisibile.
    Una spada di fuoco forse sarebbe stata più adatta al ferro, ma non poteva sapere se vi erano strutture il legno là sotto in vicinanza dell'ingresso.
    Valeva la pena impiegare più tempo ma evitare il rischio di un incendio.

    Abbassò la lama e solo ponendola accanto al filo spinato iniziò a tagliarlo, facendolo saltare come fosse elastico.
    Dopo di ché con entrambe le mani posizionò la lama sulla grata, appena davanti i suoi piedi.
    Un sibilo acuto e fastidioso accompagnò l'inizio dell'operazione di taglio.

    Voleva sezionare un quadrato di poco più di un metro di lato, una botola nella botola, sia per vedere cosa si trovava oltre la barriera, sia per crearsi un ingresso.*


    Ω Legenda: *Narrato* Pensato Parlato

    Ω Energia: Gialla

    Ω Chakra/Chakra residuo: 15/13 (-2 Spada di Vento potenza Media)

    Ω Caratteristiche fisiche: base

    Ω Riassunto: Esploro un po' la zona e rimango colpito dai sigilli sulle case, facendomi un appunto "mentale". Vedo l'enorme grata e per evitare danni - visto che è fissata nella roccia - cerco di tagliarne un pezzo con la spada di vento sia per vedere cosa c'è oltre sia per crearmi una piccola apertura.

    Ω Status: Guardingo

    Ω Tecniche: Jiongu: Buki, Arma
    Tramite la sapiente manipolazione del chakra elementale viene creata un'arma composta dall'elemento scelto (Spada a due mani per Fuoco, Spada a una mano per Vento, Lancia per Fulmine, Tridente per acqua, Bastone per terra).
    L'arma può essere utilizzata in corpo a corpo o, rilasciando il suo potere, scagliata con soprannaturale precisione contro l'avversario.
    NOTA: Valgono i limiti imposti al potere degli elementi secondari.
    [Liv. Variabile]

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    Le operazioni di taglio furono chirurgiche e certosine, anche se estremamente lente. Era come se la roccia non volesse in alcun modo riaprirsi preferendo lasciar sigillato l'ingresso alla miniera e custodire così i suoi tesori e i suoi segreti.
    Una nube di polvere e di frammenti ferrosi si levava ogni volta che la lama affondava più in profondità, stridendo con ferocia sulla superficie compatta e scavando lenta ma inesorabile.
    Dopo circa trenta minuti, Nagara aveva sezionato un blocco di roccia abbastanza grande da permettergli un passaggio confortevole all'ingresso della struttura che per il momento di mostrava cheta.
    L'oscurità però lo aveva inghiottito, eppure il buio che lo attendeva dinanzi sembrava in qualche modo assai più denso, mentre una zaffata di terra marcia e umidità gli attaccava prepotentemente le narici.
    D'un tratto una pesante esplosione echeggiò nella caverna, rimbalzando sulle pareti e destando qualcosa nel ventre della terra. Alcune piccole rocce franarono dai piloni di legno; magari si era trattato di un tuono, o un fulmine che si era abbattuto su un deposito di ferro poco distante?! Non ci fu molto tempo per pensarci, qualcosa sembrava dirigersi piuttosto velocemente verso la sua direzione, qualcosa che emetteva uno strano squittio. Uno stormo di pipistrelli stava prendendo il volo verso l'uscita in maniera piuttosto confusa e impanicata. Si avventarono attorno alle vesti del monaco, sbattendo affannosamente le loro ali di cuoio per raggiungere lo spazio aperto, cercando di graffiare e mordere tutto ciò che si frapponesse sul loro percorso. Fu come essere travolti da un'onda che pulsava e si dibatteva ferocemente, senza la possibilità di vedere o capire cosa stesse succedendo, solo l'istinto sarebbe stato utile a qualcosa.
    Le bestie però non indugiarono oltre sul malcapitato, non avevano intenzioni ostili e rapidi come erano giunti andarono via lasciando il monaco nuovamente solo.
    Ma cosa diamine aveva causato quel botto?

    mFXjU81



    La recluta si dimostrò una testa calda, con un'energia a dir poco esplosiva!
    Dopo che il marmocchio gli ebbe dato le spalle scomparendo alla sua vista in una manciata di secondi, la sua pazienza si assottigliò al punto tale di propendere per un intervento in prima persona.
    Non avrebbe aspettato inutili soccorsi nel cuore della notte, ne tantomeno avrebbe lasciato il bambino a marciere nella terra piangendo dalla paura.
    Si sarebbe giocato le sue possibilità, a costo di seppellirlo egli stesso con la sua, forse eccessiva, solerzia.
    La sua gamba brillò per un secondo di energia, quasi come una carica, per poi esplodere violentemente sulla roccia, disintegrandola letteralmente in poco più che ghiaia e polvere.
    La montagna parve non accusae troppo il colpo, e per qualche istante solo il fischio del vento riempì l'aria carica di tensione.
    Una volta appurato che il passaggio fosse sicuro, il marine scivolò all'interno della spaccatura, atterrando con ambo i piedi su una pedana di roccia. L'ultima falce di luce proveniente dalla luna gli concesse di vedere gli scalini che scendevano più in profondità, ma senza un'adeguata fonte di luce non era possibile proseguire celermente. Il giovane fu tradito dalla sua inesperienza e dalla sua eccessiva sicurezza, tant'è che dopo pochi passi non trovò l'appoggio che cercava, e scivolò nel buio per qualche metro, franando rovinosamente a terra tra polveri e detriti. Qualcosa di metallico attuttì la sua caduta, anche se il contraccolpo gli avrebbe sicuramente lasciato un bel livido sulla spalla.
    A quel punto capì non era in grado di procedere senza un'affidabile fonte di luce, e composti i sigilli ebbe la brillante idea di evocare un costrutto di puro chakra elettrico affinchè questo gli facesse da ricognitore per la zona successiva. I crepitii elettrici mostrarono le rovine di carrelli arrugginiti , vanghe e picconi ridotti a bastoni di legno secco, ma nient'altro di interessante.
    Poi l'esplosione imporvvisa, un sibilo che sembrava di dolore, e la luce si spense nuovamente, gettando tutto nelle ombre più cupe, non prima di disegnare la sagoma di una porta metallica pochi metri più avanti.
    Cosa aveva causato l'esplosione della sua tecnica? Da chi proveniva quel guaito di dolore?!
    Spinto da questi interrogativi, il ragazzo poggiò il suo peso contro la porta, lottando contro la ruggine sui cardini.
    Dopo qualche pesante scricchiolio la soglia si spalancò, e tutto ciò che gli fu dato vedere fu una sagoma sinuosa avvolta dagli ultimi brandelli del suo chakra elettrico, che rapida sembrò sparire nel terreno non prima di rivelare un bivio davanti a se.
    Destra o sinistra?!
    Anche se in quel buio, l'orientamento avrebbe potuto giocare brutti scherzi.


    Scusatemi per i 6 giorni di attesa, ma eccoi di nuovo.
    @Gorth i pipistrelli sono da considerare come un mero attacco fisico, decidi tu se difenderti o meno, tenendo comunque conto che sei preso piuttosto alla sprovvista. Dopodichè agisci come meglio credi, inoltrandoti nella miniera o tornando sui tuoi passi se la cosa non ti convince. Hai piena libertà, e sei al buio.

    @Clash, come ho detto apprezzo l'iniziativa ma tu hai decisamente esagerato XD
    Avresti potuto benissimo terminare il post dopo aver fatto saltare la parete ed essere disceso nella miniera perchè dopo hai fatto tu da master, descrivendo uno scenario che io non avevo ancora rivelato in maniera piuttosto autonoma e dettagliata. Le scale, i carrelli, la porta. A tutto ciò mi sono dovuto adeguare io per non perdere il filo della narrazione, ma attieniti alle mie indicazioni d'ora in avanti XD
    Ah si, la caduta è perchè sono un pò stronzo e ti dovevo punire in qualche modo, anche perchè la visione maggiore non ti permette di vedere al buio, al massimo te l'avrei concesso con combattere al buio, ma comunque era una forzatura.
    Comunque segna una ferita bassa alla spalla, e graffi vari alle braccia dovuti alla caduta.
    Per il resto ho un attimo adattato la situazione, sia per quanto riguardo la tecnica che hai utilizzato (che è stata un'ottima idea) sia per ciò che succede dopo che hai aperto la porta.
    A te la penna, ma sappi che anche tu sei al buio più totale.

    Soliti 5 giorni, turnazione libera. Mi sto divertendo, forse è merito del capitombolo che ha riavvivato la situazione X'D
     
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    *Le tenebre l'inghiottirono come fumo denso.
    Con lentezza iniziò ad avanzare, misurando ogni passo con estrema cautela, tastando il terreno e le pareti con il manico di piccone.
    Tossì ripetutamente a causa del puzzo che sembrava assorbire l'aria dai polmoni.
    Si sentiva come un topo che volontariamente s'inoltra nella gola del serpente, ma non aveva senso ritirarsi.
    Se c'era della ricchezza l'avrebbe trovata e l'avrebbe usata per comprare uomini e informazioni.

    Picchiettò ancora una volta il pavimento per verificarne la stabilità quando all'ultimo tocco di bastone corrispose una potente esplosione che lo fece sobbalzare e gettarsi a terra.*

    Cosa diavolo...

    *I due cuori pulsavano all'impazzata, il sangue correva e i tentacoli che componevano il suo corpo si aggrovigliarono per la tensione, pronti a scattare.
    Attese qualche secondo, poi qualche minuto.
    Nessun odore di fumo, nessun bagliore di fiamma lontana.
    Cosa poteva esser stato?
    Che vi fosse qualcun altro? Una trappola? Cariche esplosive abbandonate?
    Domande inutili che non l'avrebbero portato da nessuna parte.

    Si rialzò scrollandosi la polvere di dosso quando un altro suono lo fece sobbalzare una seconda volta.
    Un fruscio fortissimo e continuo, l'aria stantia iniziò a vorticare e qualcosa travolse Nagara.
    Graffi, piccole grida e ancora l'aria che veniva a mancare.

    Pipistrelli!

    Sollevò le braccia innanzi al viso, reclinò il capo e si lasciò cadere all'indietro cercando di accompagnare l'impatto piegandosi sulle ginocchia.
    La velocità dell'azione non gli risparmiò i numerosi grafi che lacerarono in più parti il vestito e la carne.
    L'atterraggio fu tutt'altro che morbido e gli ci volle qualche minuto per recuperare il fiato.

    Digrignando i denti per il dolore alla schiena si alzò.

    Continuare così è un suicidio, ho bisogno di luce.

    Raccolse dei sassi trovati lungo il cammino e, seguendo il suono dei pipistrelli, risalì in superficie, iniziando ad esplorare il campo abbandonato.
    Doveva esserci da qualche parte della pece.
    Vi erano barili ovunque.
    Col bastone picchiettava per verificare se fossero o meno vuoti.
    Ad un certo punto sentì un rumore diverso.

    C'è qualcosa...

    Con la punta arrugginita di un piccone forzò il coperchio.

    Polvere da sparo...

    Scoperchiò altri cinque barili prima di trovare la pece.
    Strappò allora parte del mantello e l'avvolse all'estremità del manico di piccone, immergendola nella pece.
    Sfregando le pietre prese poc'anzi riuscì a dar fuoco al tutto creando la sua torcia.
    Prese un altro manico di piccone, lo legò alla cintura e riprese la via della miniera.

    Con cautela rientrò nell'antro oscuro, questa volta sorretto dalla piccola fiammella.
    Gli sembrava che le tenebre avessero una consistenza loro tanto tenacemente resistevano a ceder terreno alla luce.
    Se c'era qualcosa lì dentro che voleva ucciderlo era inutile cercare di nascondersi nelle tenebre, con tutta probabilità le tenebre erano il suo habitat naturale.
    Invece, sempre basandosi sulle probabilità e non su certezze, la luce era qualcosa che da tempo non toccava quell'abisso.

    Sorrise a quel paradosso.
    Lui che da così tanto tempo si identificava con il nero e l'oscurità si stava servendo della luce per vincere le tenebre sul suo cammino.*


    Ω Legenda: *Narrato* Pensato Parlato

    Ω Energia: Gialla

    Ω Chakra/Chakra residuo: 15/13

    Ω Caratteristiche fisiche: base

    Ω Riassunto: Sento l'esplosione, vengo investito dai pipistrelli. Creo una torcia di fortuna e mi inoltro per la via della miniera.

    Ω Status: Alcune contusioni di minore entità, soprattutto alla schiena, vari graffi superficiali sulle braccia.

    Ω Tecniche:

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    3rd Chapter

    Ombre

    Era riuscito con velocità a scendere i quegli angusti gradini che portavano al cunicolo della miniera, forse troppa: la sorte infatti gli aveva riservato un gradino scivoloso come ultimo, praticamente inevitabile vista la foga con cui il giovane si muoveva e beh, il risultato era prevedibile, strusciò per un metro riportando lievi graffi e ferite, attenuate dal fatto che era riuscito a ripararsi cadendo sulla spalla che però aveva accusato l'atterraggio maldestro su una superficie metallica. L'efficace mossa di utilizzare un jutsu elettrico per farsi un'idea dell'ambiente circostante era risultata utile, tramite esso infatti, Kagami, aveva notato una porta in fondo al cunicolo mostrata dall'eplosione del lupo elementare. Sull'attenti l'aveva attraversata, conscio del fatto che se il risultato della sua tecnica era saltato in aria era perchè qualcosa lo aveva colpito. La porta si era aperta senza troppe difficoltà, fra uno scricchiolio e l'altro era scivolata pesante ed insorabile in avanti mostrando una nuova area di quel cunicolo, e non solo. Una strana ombra si stava velocemente muovendo sul pavimento ed era molto probabilmente la causa della detonazione del lupo elettrico, la cosa era facilmente intuibile dal fatto che delle piccole scintille, uguali a quelle di cui era ricoperto il ninjutsu, lo avvolgevano lungo tutta la sua massa. Per un secondo Kagami esitò spaventato, poi si lanciò a sangue freddo in una corsa verso la sagoma, per qualche metro essa continuò velocemente verso la sua direzione poi, improvvisamente, parve sparire all'interno del terreno. Il giovane fermò la corsa immediatamente e prese a guardarsi intorno, aveva percorso solo qualche metro e la porta da cui era entrato in quella zona della miniera era ancora visibile, la temperatura era più bassa in questa parte del cunicolo, le pareti di pietra erano state sostituite da lucide mura di metallo che al buio riflettevano immagini fioche, come uno specchio sporco ed impolverato. Ad ogni respiro la condensa si formava poco fuori dalle labbra del marine, il luogo era in completo silenzio, una situazione quasi surreale. L'ombra ormai era sparita da qualche minuto e non si vedeva nient'altro, tutto calmo e piatto, pochi altri passi rivelarono una sorta di bivio, stranamente però la via si rifaceva nuovamente sterrata e le pareti tornavano ad essere rocciose, quell'intermezzo metallico terminava lì, a quella biforcazione. A differenza del passaggio sulla destra, quello a sinistra, era molto piccolo, largo appena per il passaggio di una persona e non vi erano binari come nell'altro: evidentemente era un semplice passaggio destinato ai minatori mentre l'altro ai carrelli. Dal canale sulla sinistra ad un tratto si udì qualche fruscìo, come di una piccola frana, ciò attirò l'attenzione di Kagami che si avviò nervosamente per quella via, fermandosi precisamente all'imbocco del tunnel. Si girò come porgere il suo orecchio verso il tunnel e sentì nuovamente quei rumore che poco prima l'avevano fatto avvicinare a quella via, decise di imboccare quella strada credendo che i rumori potessero in qualche modo essere collegati all'ombra che aveva fatto detonare il suo lupo elettrico.

    _ _ _ ________________________ _ _ _

    Note:

    Consumo chakra:

    1. Raikiri Wolf (2 pt.)

    Totale: 18/20


    Ferite:

    Braccia graffiate e ferita di bassa entità alla spalla sinistra, in seguito alla caduta.

    N.B.

    ///





     
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    La sorte talvolta è artefice di strane coincidenze.
    Due anime avanzavano nei cunicoli abbandonati, ognuno per la sua strada, con ideali e obiettivi completamente diversi, spartendosi l'aria e la polvere che i decenni avevano conservato con tanta avidità.
    Ma cosa sarebbe successo se fossero venuti a contatto?!

    Avanzava Nagara, la mano stretta attorno alla torcia che con un pò di fortuna era riucito ad assemblare e il cuore che martellava forte nei timpani, mentre il sangue iniziava a coagularsi sulla sua pelle e il bruciore lasciava spazio a un dolore sordo che di tanto in tanto pulsava seguendo il ritmo del suo battito cardiaco.
    Nella mente l'unica cosa che vedeva dinanzi a se era la pietra preziosa, un mezzo attraverso il quale farsi strada per la via che aveva scelto; una via che sarebbe stata costellata di altre ricchezze probabilmente, ma al momento investire quel denaro avrebbe fruttato molto di più rispetto ad un arido accumulo di ricchezze. Non era avido, ne tantomeno stupido.
    Avanzava, come un pellegrino dedito alla sua personalissima processione, il passo lento e cadente volto a calmare se stesso piuttosto che per apparire sicuro di se. Le fiamme danzavano come impazzite a pochi centimetri dal suo volto, illuminando uno scenario così monotono e morto da far accapponare la pelle. L'aria era fredda li in basso, e il tepore della torcia era una dolce carezza sul viso, mentre gli occhi dardeggiavano a destra e a manca alla ricerca di qualcosa di utile.
    Qualche strano osso faceva capolino tra un pila di detriti o tristemente abbandonato in un angolo, probabilmente un femore o una tibia, di cui però non era rintracciabile il resto del corpo. Come se qualcuno avesse deciso di spostare altrove il suo pasto, e goderselo in piena tranquillità.

    mFXjU81



    Kagami non aveva paura, o almeno non ne mostrava.
    Il suo stratagemma gli concesse qualche istante di visibilità, di cui i suoi occhi approfittarono avidamente, prima di ripiombare nell'oscurità più totale. Avvertì un fruscio lontano, misto a quelle che sembravano grida di dolore, ma forse era solo la sua immaginazione che stava alterando le sue percezioni a causa della tensione.
    La lettera con gli ordini era ancora nella sua tasca, eppure la base militare sembrava lontana mille miglia sotto tutta quella terra, quasi come se fosse su un altro pianeta. C'era da sentirsi persi laggiù, eppure il giovane non battè ciglio e varcò la soglia di quella porta, che produsse uno stridente rumore metallico che in quel buio risuonò come una cannonata.
    I suoi occhi scorsero per un istante la sagoma che sembrava aver fatto detonare la sua tecnica, e senza pensarci su un attimo le sue gambe scattarono in avanti con una forza esplosiva, generata dall'adrenalina che il suo cuore stava pompando a pieno ritmo nel suo organismo. Fece solo pochi metri, prima di fermarsi con il fiatone e mille dubbi che gli arrovellavano il cervello.
    La creatura sembrava essere sparita nel nulla, e poco prima di ripiombare in quell'oscurità viscosa doveva muoversi a prendere un'altra decisione. Dinanzi a lui si stagliava un bivio, eppure la cosa non sembrò richiedere molto tempo.
    Il giovane soldato si affidò alle sue percezioni di poco prima, e con cautela prese a muoversi verso la direzione da cui aveva sentito il fruscio. Cercando di fare il meno rumore possibile, si ritrovò dopo qualche metro a doversi schermare il viso per non rimanere accecato dalla luce che avanzava verso la sua direzione. Come avrebbe reagito?

    mFXjU81



    La sorte talvolta porta a strani compagni di ventura.
    Avrebbero deciso di fare coppia? O altro sangue sarebbe stato versato sulla nuda roccia?!
    In lontananza il rumore del piccone era sempre percepibile, assieme a quelli che sembravano singhiozzi di dolore.


    Andiamo avanti. Non è difficile capire che clash ha deciso di andare nella direzione Gorth, e che quindi siete destinati ad incontrarvi, col primo che sembrerà tipo Gollum XD
    A parte gli scherzi interagite come più preferite, anche con più di un post a testa, quando avete fatto e siete pronti avvisatemi nel bando ;)
     
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    *La luce della torcia guadagnava quel tanto di visibilità necessaria a non incespicare, ma tutto sembrava uguale a tutto.
    Come avrebbe riconosciuto il tragitto di ritorno solo gli dei lo sapevano.
    Stava discutendo con se stesso riguardo a queste questioni quando qualcosa attirò il suo sguardo e tutta la sua attenzione.

    Ossa...

    Ammucchiate e accantonate, come fanno i cani o gli animali con le loro prede o il loro cibo.
    Non era evidentemente da solo e colui o coloro con cui condivideva questi cunicoli non sembrava essere umano, o quanto meno non lo sembrava più.

    Se prima avanzava lentamente e con prudenza ora si muoveva come se camminasse sul cristallo.
    Una curva, poi qualcuno.
    Spalancò gli occhi ed istintivamente sollevò la torcia verso l'altro, in modo da abbagliarlo il tempo necessario di occultare il movimento della mano sinistra che prendeva un kunai e glielo puntava al collo.*

    Non muoverti, chi sei?

    *L'avrebbe affondato, quel kunai, se chi aveva davanti non fosse sembrato umano. Si limitò però a un solo gesto di minaccia.
    I suoi vestiti, il suo volto, il suo odore.
    Non dava l'idea di qualcuno che vivesse abitualmente in quei cunicoli, una sorta di abitante delle profondità.
    No, era qualcuno che come lui si trovava lì per un motivo preciso.
    Forse poteva essere un vantaggio... o forse no.
    Gettò la torcia tra loro due in modo che continuasse a fare luce ma senza occupare la mano destra, con la quale abbassò le fasce nere che coprivano la bocca.
    Un individuo totalmente vestito di nero che ti puntava un kunai al collo non doveva essere l'immagine perfetta della sicurezza, per cui pensò quanto meno di mostrare che si trattava di un essere umano come lui.

    Fatto ciò attese la reazione dell'altro.*


    Ω Legenda: *Narrato* Pensato Parlato

    Ω Energia: Gialla

    Ω Chakra/Chakra residuo: 15/13

    Ω Caratteristiche fisiche: base

    Ω Riassunto: Cerco di abbagliare per qualche istante con la torcia, poi punto il kunai al collo di Clash, ma niente di dannoso ne di attaccato alla carne, diciamo che è distante una decina di centimetri in modo che il movimento non sia autoconclusivo.

    Ω Status: Alcune contusioni di minore entità, soprattutto alla schiena, vari graffi superficiali sulle braccia.

    Ω Tecniche:

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    4th Chapter

    (S) Coppia?

    « Che poi dovrà spiegarmi come cazzo ha fatto a finire quaggiù, ma al giorno d'oggi i bambini come giocano!? Al massimo io tiravo kunai agli scoiattoli! »

    In compagnia di se stesso aveva intrapreso questa deviazione dalla "retta via" che lo avrebbe portato ad una semplice consegna di documenti e il parlare da solo non era un buon segno di lucidità, erano ormai diverse decine di minuti che si trovava a vagare per quel sotterraneo sparso di carrelli abbandonati, ossa consumate e rotaie che portavano chissà dove. Non si sentiva più alcun rumore provenire da quella diramazione da lui imboccata poco prima, una gelida corrente d'aria accarezzava il viso di Kagami lentamente. Il piccolo antro era circondato da un surreale silenzio che veniva interrotto solamente ogni tanto dal rumore di alcune pietre spostate dai piedi del ragazzo, sembrava interminabile, uno dopo l'altro i passi si erano accumulati e continuavano ad aumentare. La temperatura, seppur bassa, rimaneva costante con l'andare della camminata. L'oscurità regnava sovrana fino a quel momento, si perchè qualcosa cambiò. Kagami si strofinò gli occhi un paio di volte e cercò di mettere ben a fuoco strizzandoli, una piccolissima luca si vedeva in lontananza, possibile? Prese a camminare più velocemente, dietro a quel bagliore probabilmente si nascondeva la causa dell'esplosione del jutsu poc'anzi avvenuta, era forse quell'ombra che aveva visto sparire nel terreno avvolta dal chakra elementale? L'unico modo per saperlo era inseguirla.. Si avvicinava molto velocemente e il motivo era uno solo: non la stava seguendo, gli stava andando incontro! Non era una cosa molto logica, andavano prese chiaramente le dovute precauzioni: continuò a camminare in quella direzione poggiando però la mano destra sull'impugnatura della sua katana nera che facilmente si nascondeva nell'oscurità attanagliante del luogo, la sinistra a parare il viso dalla luce che man mano diventava sempre più accecante. Ancora pochi passi, quel bagliore sembrava essere emanato da una fiamma, era lì ora, a pochi passi. Si mosse velocemente, Kagami ne rimase abbagliato, ingenuamente aveva lasciato l'elsa della sua arma per un riflesso incondizionata che aveva portato la sua mano al viso, errore. Accadde tutto in fretta, gli occhi ancora si dovevano abituare al repentino cambio di luminosità appena avvenuto, le pupille si strinsero in un battito di ciglia, la vista però impiegò qualche secondo a focalizzarsi, accompagnata da una strana smorfia del viso che stringeva la fronte. La figura di un'altra persona si rivelò davanti al marine, a dividerli solo un kunai impugnato dal tipo e puntato a pochi centimetri dalla sua gola, le gocce di sudore riflettevano la fiamma della torcia portata dall'individuo e gli illuminavano la pelle, era completamente vestito di nero e con un piccolo movimento della mano si tolse dalla bocca delle fasce che gli coprivano la bocca, dello stesso colore, ma non fiatò.

    « ... Beh, non credo che tu sia il ragazzino in cerca d'aiuto, no? »

    La mano tornò sull'elsa della katana, non per offensiva, bensì per guardia visto che quel tipo era già armato e pronto a combattere.

    _ _ _ ________________________ _ _ _

    Note:

    Consumo chakra:

    1. Raikiri Wolf (2 pt.)

    Totale: 18/20


    Ferite:

    Braccia graffiate e ferita di bassa entità alla spalla sinistra, in seguito alla caduta.

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    *Chi diavolo era? Soprattutto, chi sarebbe così folle da cercare un bambino qui... se mai fosse esistito un bambino tanto idiota da infilarsi in quell'inferno di gallerie.
    Nagara ritirò lentamente la kunai riponendola in una piccola borsa che teneva alla cintura.*

    Evidentemente no...

    *Forse non era poi così male quell'incontro, per quanto strano.*

    Quindi sei qui per cercare un bambino... io invece sono qui per cercare degli oggetti.
    Potremmo unire i nostri sforzi, visto che questo luogo sembra tutt'altro che facile da attraversare...

    *Poi diete un piccolo colpo con il piede ad una delle ossa al suolo.*

    ... e dato che evidentemente non siamo soli.

    *Quell'uomo poteva essere chiunque, poteva anche essere alla ricerca della sua taglia, ma era meglio non sprecare subito energie e procrastinare il più possibile un eventuale scontro.
    Inoltre anche se la storia del bambino fosse stata una scusa, il problema del "collezionista d'ossa" rimaneva per entrambi.
    Certo, poteva essere chi aveva davanti, ma era assai improbabile.
    In ogni caso Nagara disponeva di numerose risorse per guardarsi le spalle.*

    Allora, cosa ne dici?


    Ω Legenda: *Narrato* Pensato Parlato

    Ω Energia: Gialla

    Ω Chakra/Chakra residuo: 15/13

    Ω Caratteristiche fisiche: base

    Ω Riassunto: Post breve di dialogo

    Ω Status: Alcune contusioni di minore entità, soprattutto alla schiena, vari graffi superficiali sulle braccia.

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    5th Chapter

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    In quel luogo buio e umido quindi Kagami non era solo, qualcun altro si era addentrato nei cunicoli sotterranei per chissà quale motivo, a lui però il motivo della "scampagnata" di quell'individuo non interessava affatto: l'unica cosa che voleva era sbrigare velocemente ciò che aveva da fare per potersene tornare sulla via per il villaggio, il quale ormai distava solamente poche centinaia di metri. Il tizio ripose il kunai che impugnava in una piccola sacca legata alla cintura, ci fu un piccolo rumore metallico. Kagami lasciò la presa sull'elsa della sua katana, convinto che non ci fosse più alcun motivo per un approccio ostile, alla domanda del marine l'altro ragazzo rispose ironicamente di no, chiaramente la domanda che pochi secondi prima gli aveva posto era puramente retorica. Prese poi però la parola:

    « Quindi sei qui per cercare un bambino... io invece sono qui per cercare degli oggetti. Potremmo unire i nostri sforzi, visto che questo luogo sembra tutt'altro che facile da attraversare... e dato che evidentemente non siamo soli. Allora, cosa ne dici? »

    Mosse il piede destro e calciò un piccolo osso che giaceva sul polveroso suolo della miniera, accatastato in mezzo ad altri. Era molto strano, da dove era entrato Kagami non vi era alcuna traccia di ossa, solamente carrelli abbandonati e binari dismessi a far da cornice a quei cunicoli. Era però ormai chiara la presenza di una qualche oscura presenza all'interno della miniera: i mucchietti d'ossa erano ora ben visibili nel piccolo antro in cui aveva fatto la conoscenza con quel ragazzo e certamente non si era dimenticato della "cosa" che era stata colpita dal suo jutsu nella sezione precedente del sotterraneo.

    « Penso che giunti a questo punto, avanzare insieme sia la scelta più saggia. È la prima volta che noto ossa da quando sono entrato nella miniera, so però per certo che oltre a noi c'è qualcun altro, e non sto parlando del ragazzino che sto cercando. Poc'anzi mi trovavo in una zona abbastanza buia della miniera e per farmi luce sono dovuto ricorrere alle arti magiche, qualcusa però, o qualcuno, è stato colpito dalla mia tecnica. Non sono riuscito a capire chi o cosa fosse visto che è scappato molto velocemente. La strada poi si diramava e beh... eccomi qua. »

    Molto probabilmente quindi, quanto stipulato, da lì in poi il suo cammino sarebbe stato al fianco di quel ragazzo di cui ancora non conosceva nemmeno il nome, tese la mano come a voler sigillare l'intesa.

    "Spero ci pensi su due volte almeno prima di fare qualche cazzata."

    _ _ _ ________________________ _ _ _

    Note:

    Consumo chakra:

    1. Raikiri Wolf (2 pt.)

    Totale: 18/20


    Ferite:

    Braccia graffiate e ferita di bassa entità alla spalla sinistra, in seguito alla caduta.

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    Capisco.

    *Disse raccogliendo la torcia da terra e scrutando il passaggio oltre le spalle dell'altro.*

    Dobbiamo capire quale sentiero seguire.
    Se c'è un bambino qua dentro, ammesso che non si sia tramutato anch'esso in ossa, sarà vicino a zone da cui arriva aria o luce.

    *Si fece un attimo più avanti scostando di poco il compagno cercando di capire qualche indizio.
    Iniziò ad annusare l'aria, per quanto questo potesse essere decisamente poco piacevole.*

    Ah, chiamami pure Madoushi.


    Ω Legenda: *Narrato* Pensato Parlato

    Ω Energia: Gialla

    Ω Chakra/Chakra residuo: 15/13

    Ω Caratteristiche fisiche: base

    Ω Riassunto: Post brevissimo di chiusura del discorso per permettere a Mad di rientrare

    Ω Status: Alcune contusioni di minore entità, soprattutto alla schiena, vari graffi superficiali sulle braccia.

    Ω Tecniche:

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