Un oceano di opportunità

Tutorial iniziale per CLloyd

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    « Tutorial iniziale per Rico Yagura »
    jj4uud

    Villaggio nascosto della nebbia, nel paese dell'acqua. L'unica delle cinque grandi terre ninja a svilupparsi su di un arcipelago frammentato di isolotti che costeggiano la Red Line. Questo villaggio vive del mare e, storicamente, ha dato alla luce intere generazioni di navigatori esperti ma, vista la sua posizione geografica, è sempre stato anche un porto molto frequentato dai pirati e da coloro che, durante il loro viaggio, necessitavano di una sosta per fare rifornimento. Non era quindi una rarità che nella zona portuale del villaggio ci si imbattesse in brutti ceffi, spesso volti noti alla Marina Militare, che sostavano qualche giorno prima di partire ma fortunatamente per gli abitanti il villaggio di Kiri è, storicamente, uno dei più cruenti circa l'esecuzione degli ordini e del mantenimento dello status quo all'interno dei propri confini. Shinobi di prim'ordine, forze speciali addestrate duramente e una squadra speciale di assassini, hanno garantito la pace a ogni costo nonostante le assidue frequentazioni di criminali che il mare regalava ai cittadini di un villaggio che, nonostante tutto, restava uno dei più potenti tra le cinque grandi terre.

    Ma come vivevano questa situazione gli abitanti? Come ci si rapporta con la legalità e l'ordine quando ci si imbatte nella ferocia dei fuorilegge co cadenza giornaliera? Quali sono i sentimenti che maturano nell'animo delle giovani leve che li spinge verso il migliorarsi al fine di proteggere il villaggio oppure verso la fuga, la ricerca dell'ignoto tra quelle sconfinate lande marine proprio come facevano i ceffi che attraccavano al loro porto da anni ormai.

    [ . . . ]

    Un'enorme nave pirata aveva mollato gli ormeggi a largo delle coste del villaggio ormai da qualche giorno, non avevano ancora fatto parlare di se nel villaggio, ne tantomeno avevano intenti violenti, quindi le forze del villaggio evitarono di muoversi alla volta di un conflitto con l'intento di non innescare una reazione a catena di attacchi reciproci che avrebbe solo fatto del male alla popolazione locale, ma manteneva un alto stato di allerta, con i migliori shinobi pronti ad intervenire in caso di bisogno o necessità, al primo barlume di scontro urbano.

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    Traccia: CLloyd, benvenuto al tuo addestramento iniziale o tutorial per l'apprendimento delle basi di funzionamento del nostro gioco di ruolo. In questa ruolata cercheremo di creare situazioni ricorrenti nel gioco, al fine di assimilare le modalità di gioco e migliorare il feeling con il tuo personaggio, Rico. La scena si sviluppa nel tuo villaggio natale, Kiri, è cronologicamente ci troviamo prima della tua scelta di diventare un pirata. Il tuo background è molto, troppo vago, quindi non mi sono potuto addentrare più a fondo di così. Siamo nel tuo villaggio e, da quello che ho letto, il tuo personaggio è molto incuriosito dalla vita dei pirati e dalla libertà che scaturisce dal poter solcare gli oceani. Voglio che in questo post descrivi un po le abitudini, la psicologia di Rico, ciò che lo spinge a diventare un pirata, il tutto tenendo conto della scena presentata: Nel tuo villaggio ha attraccato un gruppo di pirati, ne è la prova l'enorme imbarcazione che ha gettato l'ancora a largo. Questo è il primo post, è per lo più descrittivo, quindi fammi una bella panoramica del tuo pg.

    In bocca al lupo !

     
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    Le strade di Kiri erano in fermento sotto il caldo sole di mezzodì che brillava alto nel limpido celo azzurro. Orario di punta in un giorno festivo. Tutti coloro liberi dagli obblighi quotidiani si riversavano nelle vie del centro per godersi il tepore di quella che sembrava una tranquilla mattina d’estate che stava ormai per volgere al termine cedendo il passo all’ora di pranzo, ora in cui la desolazione avrebbe sostituito il caos.
    Lo scenario sembrava proprio quello di una normalissima città viva e serena nel pieno di una bellissima estate soleggiata, ma Kiri in realtà era completamente diversa da quella che appariva essere quel giorno. I pericoli erano dietro ogni angolo di strada, in agguato ad ogni ora del giorno. Pirati e altra simile lordura vi facevano scalo per procurarsi vettovaglie, rifornimenti, avventure e donne, senza farsi troppi scrupoli sui metodi e sui mezzi da adoperare. La sicurezza era più che sufficiente per gestire eventuali disordini, ma gli scontri inevitabilmente finivano col coinvolgere anche gli innocenti cittadini.
    Quel giorno però era diverso, sui volti c’era serenità e spensieratezza, tutti volevano godersi quella pace che presto sarebbe volata via inesorabilmente senza alcun preavviso, molto probabilmente con il fragore degli schioppi e col clangore delle spade.

    Rico Yagura vagava per le vie della città con passo sostenuto, aveva fretta di raggiungere la sua destinazione. Il sudore accentuava le forme del suo fisico e rendeva lucida la pelle bronzea. Il suo cognome lo obbligava ad essere una allievo dell’accademia militare per ricevere il miglior addestramento. Il suo destino lo avrebbe condotto nel corpo di guardia d’élite della città, al diretto servizio del Mizukage. Un grande onore che spettava a pochi privilegiate e di cui lui avrebbe fatto volentieri a meno. Ogni qualvolta poteva beneficiare della libera uscita evadeva da quelle alte mura, ogni giorno sempre più strette intorno a lui, si precipitava in strada per percorrere la città di corsa fino al porto, cosa che stava facendo anche quel giorno. Lì poteva sognare di prendere il mare e vagare per l’immensità dell’oceano libero da quel destino impostogli sin dalla nascita.
    La lunga sciarpa rossa e blu che gli raccoglieva i folti capelli castani a mo’ di bandana e che andava poi ad avvolgersi intorno al collo era la sua firma. La indossava sempre e comunque, anche in giorni caldi come quello. Per il resto indossava abbiti molto freschi e morbidi. Una camicia bianca smanicata sbottonata fino all’addome sovrastata da un corpetto di cuoio marrone completamente sbottonato e anch’esso privo di maniche, un paio di pantaloni marroni corti fino ai polpacci e dei sandali di cuoi marrone.
    Ci impiegò circa venti minuti a raggiungere la meta. I pescatori stavano rientrando con ceste belle cariche, la giornata era stata più che fruttuosa. Si fece largo tra commercianti e acquirenti fluttuando sui basoli di pietra. Corse con la brezza sul viso e un grande sorriso bianco in volto. L’odore della salsedine, i suoni del mare lo rendevano felice come nient’altro. Corse e corse lasciando il caos alle sue spalle, percorse per intero il porto per andare a saltare giù in spiaggia affondando con i piedi nella sabbia. Cadde, rotolò e si stese supino a braccia e gambe divaricate sul soffice manto di rena bianca. Tenne gli occhi chiusi e rise felice come un bambino che conosce il mare per la prima volta. Si mise a sedere, sfilò le calzature per poter apprezzare al meglio il contatto con la sabbia. Si alzò in piedi tenendo i sandali con due dita e si avvicino alla riva fino ad immergere completamente i piedi in acqua. Puntò i profondi occhi azzurri sull’orizzonte, sull'immensità dell'oceano, sulla sconfinata distese di zaffiro che si muove e si agita insieme al vento e sognò…sognò intensamente quella cosa così piccola e semplice chiamata libertà.

    Non si era reso conto del tempo trascorso a vagare tra i suoi desideri. Quando tornò alla realtà si voltò verso il porto e notò che era ormai deserto. Pensò che molto probabilmente anche la città doveva esserlo. Indietreggiò di qualche passo e si mise nuovamente a sedere sulla sabbia lasciando bagnare i piedi dalle onde. Rimase ad ascoltare le parole del mare e presto lo sconforto lo attanagliò. Avvolse le braccia attorno alle ginocchia e vi poggiò il mento sopra, senza mollare i sandali che teneva con l’indice e il medio della mano destra. Lo sguardo ora era spento e la giovialità aveva abbandonato la sua espressione. Tornò a pensare agli obblighi che gli erano stati imposti verso quella società che sentiva sempre più stretta e sempre meno sua. Vide quel mare così vicino allontanarsi sempre più, portando via con se i suoi sogni di libertà e di avventura, portando via quel futuro che avrebbe tanto voluto costruirsi da solo.
    Fu solo allora che notò un’enorme nave ormeggiata a largo delle coste del villaggio. Doveva trattarsi dei pirati di cui aveva sentito parlare l’atro giorno in mensa da un gruppo di allievi che bramavano di affrontarli per farsi un nome.
    <<pirati…>> Pensò ad alta voce <<…loro si che sono uomini liberi! Niente leggi, niente obblighi, tanti sogni da inseguire.>>





    Spero sia buono...è da molto che non scrivo, ci ho perso un po' la mano
     
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    Il cielo cambiò rapidamente colore, il tepore del giorno lasciò ben presto il posto al fresco incalzare della sera. La marea cambiò e lo scrosciare delle onde sui piloni del molo accompagnava i pensieri di chi, a quell'ora, passeggiava da solo nel viale dei propri pensieri. La nave pirata oscillava in modo quasi impercettibile, in lontananza mentre il suo vessillo, il jolly roger, danzava accompagnata dallo spirar della brezza dell'oceano, che si estendeva sconfinato all'orizzonte che inghiottiva gli ultimi barlumi del sole. Kiri stava abbracciando la fine di un altra giornata, ma non accade nulla di buono in quella zona del villaggio, una volta sera. Rico doveva saperlo bene, eppure si trovava ancora li, a udire un urlo che squarciò il silenzio di quelle strade.

    AAAAAAA !! LASCIAMIII !

    La voce di una ragazza si espanse in tutto il quartiere, proveniva dall'esterno di una locanda. C'era un gruppetto di uomini, capeggiati da un tizio che tirava per un braccio una delle cameriere. L'aveva portata di forza fuori dall'edificio quando lei riuscì a divincolarsi. Non sembravano di certo abitanti del villaggio, anzi, il loro aspetto, i loro vestiti, probabilmente si trattava di un gruppetto di forestieri che, attraccando al porto della Nebbia, cercavano divertimento, contando forse sul favore della notte.


    « Avanti bellezza, lo so che lo vuoi anche tu eheheh
    io e miei amici abbiamo viaggiato a lungo,
    vogliamo divertirci un po.. forza vieni con noi !
    »

    Le parole vennero accompagnate da gesti rudi, l'uomo, probabilmente il capo di quel branco di canaglie, afferrò nuovamente la ragazza per il polso, stavolta sguainando anche la spada. La gente all'interno della locanda era tutta in piedi, ma nessuno fece nulla o disse una parola. Non sembravano esserci shinobi sul posto, probabilmente non era ancora stato dato l'allarme.

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    Traccia: Mi sembra tutto abbastanza chiaro, sei per i fatti tuoi quando all'improvviso un urlo attira la tua attenzione. Ti rechi sul posto e la scena che vedi è quella descritta. non ti do altre indicazioni, siamo ancora alla fase "descrittiva" dell'addestramento, voglio vedere descrizioni dettagliate, sensazioni, atmosfera. Ho lasciato tutto molto vago apposta. Sei libero di fare quello che vuoi, il tuo allineamento psicologico mi è ancora oscuro quindi interpreta come meglio credi. Il primo post mi è piaciuto, mi aspettavo una descrizione migliore della nave, ma non mi lamento. Continua così.

     
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2 replies since 7/9/2013, 11:06   488 views
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