Che volessi ammetterlo oppure no, quella creatura mostrò, in risposta alla mia offensiva, tutta la forza e la tenacia che contraddistingue gli appartenenti al casato dei Rarglove. Il mio colpo non lo intimorì, anzi, la sua risposta fu tanto feroce e pratica da lasciarmi quasi impreparato. Il mio colpo si infranse contro una parete di chakra manifestatosi sotto forma di uno scudo d'acqua, auspicabile da una creatura marina qual era Fizz, ma questa non era che la minima parte del suo piano. Sfruttando in parte l'acqua già presente e in parte il suo ottimo controllo del chakra, la bestia generò un vero e proprio fiume impetuoso d'acqua che inondò totalmente la zona circostante. Il Fiume, gli alberi, tutto venne inghiottito da un'onda spumosa d'acqua che aveva l'intento di travolgermi. Dinanzi a un colpo così improvviso, riuscii solamente a incrociare le braccia come uno scudo, utilizzando il Tekkai per acquisire una resistenza migliore. La sola prontezza di riflessi, migliorati grazie al Kamie precedentemente utilizzato, mi permise di attuare quella banale strategia difensiva che non riuscì a schermarmi dall'impetuosa furia dell'acqua che mi travolse arrecandomi una serie di contusioni su tutto il corpo. Non appena riuscii a riaprire gli occhi, compresi che mi trovavo sott'acqua e che il fiume generato da Fizz aveva creato una sorta di lago profondo qualche metro, quanto bastasse per tenermi completamente immerso. La corrente era ancora forte, ma grazie alla capacità di controllare la forza gravitazionale esercitata sul mio corpo, riuscii a prendere il controllo del mio equilibrio e a fermarmi sospeso nell'acqua. Non ero un gran nuotatore e nonostante la mia vista fosse eccezionale, non riuscivo a vedere nulla in quell'acqua torbida. Ero riuscito a non perdere la mia pistola, ma sott'acqua era del tutto inutilizzabile. Mi abbandonai per un istante ai miei pensieri.


La strategia di Fizz non era poi così difficile da comprendere, voleva sfruttare le sue caratteristiche di uomo pesce per affogarmi, contando sul vantaggio ambientale, ma ciò che non aveva considerato era la vasta gamma di assi che nascondevo nella manica. Non ero in grado di vederlo, ne di muovermi alla sua velocità, ma concentrai il chakra per rendermi totalmente invisibile così che qualsiasi suo tentativo di trovarmi o attaccarmi sarebbe stato vano. La mia speciale abilità mi consentiva di mascherare sia il chakra che qualsiasi altro elemento percettibile, come se svanissi letteralmente dal campo di battaglia. Sfruttando questo diversivo avrei puntato immediatamente verso l'alto, con l'intento di riemergere dato che di li a poco avrei esaurito il poco fiato che avevo a disposizione. Potendo contare sulla capacità di volare, sarei riemerso per poi alzarmi in volo a un paio di metri dalla superficie dell'acqua. Non potevo sapere ove si trovasse il mio avversario, ma potevo stanarlo così da poter imbastire una strategia d'attacco efficace. Decisi che era giunto il momento di sfoderare il mio potere più letale, quello che mi aveva permesso di scalare le gerarchie del Governo Mondiale in quanto a forza e capacità distruttiva. Convogliai nella mano destra tre differenti nature di chakra, vento, fuoco e terra così da generare l'elemento polvere, il Jinton. Davanti a me si creò un costrutto di chakra semitrasparente che assunse la forma di un cubo, con un colpo diretto lo scagliai contro l'acqua che avevo sotto di me e ripetei la cosa per ben tre volte, generando tre diversi solidi uno dei quali, l'ultimo, ben più grande dei due precedenti. Le loro dimensioni aumentarono sbito dopo essersi immersi nell'acqua in punti diversi e iniziarono a muoversi cercando di localizzare il mio avversario. Non potendolo vedere, posizionai i solidi in punti strategici per poi farli detonare. Non crearono una vera e propria esplosione, ma il loro potere consisteva nell'espandersi e dematerializzare a livello molecolare qualsiasi cosa si trovi al loro interno, acqua compreso. Le loro dimensioni erano di cinque metri ciascuno, e si posizionarono a un paio di metri l'uno dall'altro prima di esplodere in tutto il loro fragore investendo quindi un area di oltre 20 metri. Lo scopo era quello di colpire il simil-Rarglove, ma più che ferirlo puntavo a stanarlo dalla sua tomba d'acqua nella quale era di sicuro avvantaggiato sotto ogni punto di vista.

« Complimenti... Anthony Rarglove....uhff.... sei decisamente....superiore a me. Hai vinto... uhff.... »

La mia ultima strategia era riuscita nel suo intento, il veleno della Salamandra aveva obbligato la mia contropoarte a una strategia d'emergenza che aveva, come prevedibile, esaurito tutte le sue energie. D'altra parte anche io avevo forzato molto la mano, più di quanto non avrei voluto in uno scontro amichevole come quello ma il sangue che scorreva nelle mie vene mi vietava di andarci piano, qualunque fosse la circostanza, mai perdere, a prescindere da chi fosse il mio avversario. Akimori Senju si era battuto egregiamente riuscendo a eludere quasi tutti i miei colpi, mostrandomi delle lacune del mio bagaglio tecnico che prima ignoravo e che quindi ora potevo perfezionare. Volai fino alla sua posizione, lentamente mentre una nuvola di fumo accompagnò lo scioglimento della tecnica del richiamo che riportò Ibuse al suo mondo concedendole del meritato riposo. Anche l'enorme Golem di roccia si sgretolò mentre i metri che separavno me e il Senjuu si ridussero fino a poterci parlare a quattro occhi, faccia a faccia.


Diedi una mano ad Akimori, per aiutarlo ad alzarsi mentre lentamente quella spiaggia stava assumendo nuovamente l'aspetto idilliaco che aveva fino a qualche ora prima e che noi due, ferocemente, avevamo stravolto con il nostro duello. Dopo una fugace occhiata d'intesa, ripresi fiato prima di alzarmi nuovamente in volo per allontanarmi, dovevo tornare al quartier generale per riprendere possesso delle mie funzioni di agente speciale, quella breve parentesi di allenamento poteva considerarsi conclusa. Senju, un altro clan degno di nota in grado di competere con il nobile casato dei Rarglove, non lo avrei dimenticato.

Il mio respiro affannoso era l'unica cosa che riuscivo a sentire mentre i miei occhi lentamente si riaprivano. Riprendendo coscenza di ciò che stava succedendo riuscivo mano a mano a distinguere un suono nuovo che si aggiungeva a quello dei battiti del mio cuore, urla, incrinarsi di assi di legno, fuoco, acqua, ancora urla. Il mio colpo era decisamente andato a segno, una tecnica tanto potente che difficilmente trovava uso in una cittadina abitata, per evitare di coinvolgere persone innocenti ma la situazione era rapidamente degenerata e quella mossa, dettata forse dalla foga e dalla volontà di non lasciar scappare quel lurido verme, fu l'unica soluzione che la mia mente riuscì ad elaborare. Camminai lentamente, mentre qualche nuovo suono si aggiungeva a quelli che riuscii a percepire, stavo riacquisendo lucidità rapidamente ma ciò che più mi premeva era capire se il mio colpo aveva centrato il suo obiettivo e, ad ogni singolo passo, potevo accorgermi che avevo combinato proprio un bel macello. La locanda era stata letteralmente polverizzata per più di tre quarti, lasciando una parte della struttura integra, come se un morso ne avesse letteralmente tranciato via una parte, una scena incredibile. Tra le macerie, poco più avanti, vidi un braccio spuntare tra le rocce, grosso e muscloso, con ogni probabilitò si trattava del braccio di quel ragazzo. Utilizzai il Soru così da spostarmi a una velocità incredibile fino alla sua posizione, spostando un grosso macigno, come se fosse leggero pochi grammi, per poi averlo disteso dinanzi a me.

Era sopravvissuto, lo vedevo respirare anche se non si poteva di certo dire che se la passasse bene. I vestiti erano stati completamente bruciati lsciandone giusto qualche brandello attaccato al corpo che aveva perso i primi strati di pelle mostrando delle ferite molto gravi, alcune dlle quali sanguinavano copiosamente avendo lacerato i muscoli in profondità. Un destino segnato il suo, mentre intorno la gente era svanita, fuggita per evitare di rischiare nuovamente la sorte sotto un mio attacco. Avrei potuto prenderlo per poi portarlo a Impel Down dove avrebbero saputo cosa farsene di un fuorilegge alle prime armi come lui, ma per una qualche ragione si satenò in me una sincera compassione per quel ragazzo che, anche se per pochi istanti, si era battuto per aver salva la vita. Decisi di graziarlo, per questa volta almeno. Presi un kunai e, sadicamente, incisi sulla sua spalla un kanji, lacerando la pelle già dilaniata, ma ormai era privo di sensi e nemmeno se ne sarebbe accorto. Scrissi "Perdente" sottoforma di ideogramma, così che avrbebe ricordato quel giorno per il resto della sua vita, dato che avrebbe cicatrizzato presto.
Presi un paio di corpi dalle macerie, così da portare qualcosa all'attenzione dei miei superiori, per poi svanire volando via. La mia breve parentesi a Konoha era esaurita e potevo tornare ora alle mie faccende.